Eroi


ABRUZZESI

Lola Di Stefano

Lola Di Stefano era una maestra, un’insegnante, non solo di nozioni, ma di vita, etica, passione, cuore.  Amava insegnare, formare, educare, per lei i suoi alunni venivano prima di ogni cosa. E’ stato così fino all’ultimo giorno.

Aveva 34 anni l’insegnante di Bussi quando in una mattina del 1954 salvò la vita dei suoi alunni della classe quarta e quinta, riuscì a metterli a riparo lontano da quella nuvola di gas proveniente dalla vicina Officine. Li salvò tutti non riuscendo però a salvare la sua di vita.


Per gli abitanti di Bussi, la vita era scandita dal suono della sirena, un riferimento, il segnale orario dei vari momenti della giornata. Era però anche motivo di angoscia perché annunciava incidenti avvenuti in Fabbrica o segnalava fughe di gas e vapori tossici per allertare gli abitanti. La stessa sirena che diede il via alle produzioni dava anche lo stop alla vita come nel 1928, allertando per l’esplosione di un gasometro di Acetilene; nel 1930 per avvisare dell’incendio del gasometro a Idrogeno con conseguente evacuazione degli abitanti di Bussi Officine e di Bussi Paese; nel 1935, per lo scoppio di un serbatoio di Cloruro (2 morti); nel 1938, a causa dell’esplosione del reparto A.T.D. (2 morti).


Era il 19 gennaio del 1954, un giorno di scuola come tanti altri, di inizio lezioni, la sirena alle 9.30 circa, annunciava qualcosa di grave, un suono accompagnato da urla, volti spaventati, che proveniva dalla fabbrica a pochi passi dall’istituto.

Un tragico incidente infatti aveva portato la fuoriuscita di 4 tonnellate di cloro da una cisterna provocando una grossa nube di gas che aveva avvolto l’intera zona.

Il personale di manutenzione del turno di notte (diretto dell’ingegner Piero Greppi), completato il riempimento della cisterna ferroviaria, di circa 30 tonnellate, lasciava al turno successivo lo smontaggio della tubazione per il riempimento. Probabilmente a causa della valvola “a tampone” difettosa, all’atto dello “sflangiamento”, una enorme quantità di cloro liquido fuoriuscì. In un attimo si sviluppò una gigantesca nuvola di gas letale, che avvolse tutta la zona interessando anche la locale scuola elementare ubicata nei pressi della portineria.

La maestra Lola capì che se i suoi bambini avessero respirato quel gas sarebbero morti. Allora prese dei fazzoletti e coprì accuratamente le bocche dei suoi alunni, li portò fuori sincerandosi di allontanarli il più possibile dalla zona di pericolo, i bambini furono condotti a Capestrano.

Li soccorse, proteggendoli con tutta la sua forza e fermezza non pensando però a se stessa.  Le esalazioni di cloro talmente nocive compromisero i suoi polmoni, venne ricoverata nell’ospedale di Sulmona ma ormai non c’era più niente da fare, Lola Di Stefano mori dopo tre giorni a soli 34 anni.


Il suo gesto eroico, la sua vita per quella dei suoi bambini, valse, Il 13 giugno del 1954, il Diploma di Benemerenza di 1^ Classe e la Medaglia d’Oro al Valor Civile, consegnato dall’onorevole Maria De Unterrichter Jervolino, Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, alla presenza di autorità regionali, politiche e scolastiche, alla madre della maestra Lola Di Stefano.


A Lola Di Stefano, furono intitolate le scuole elementari di Bussi e di Bussi Officine.


Nel 1963 fu intitolata a lei la scuola elementare di Sulmona in viale Roosevelt.

DML 07 Febbraio 2020