Con appena 124 metri di diametro e una profondità massima di 9, il lago, secondo alcuni di origine tettonica, prende forma sulle alluvioni del fiume Aterno, costituite da sabbie e ghiaie che affiorano presso le sue sponde. Lo spessore massimo stimato di tali depositi è di 50-60 metri.
E’ annoverato tra i fenomeni più peculiari di sinkhole (niSio, 2008),
Testimonianze del passato indicano nell’area oggi invasa dal lago il luogo di una sorgente di acque medicamentose, il cui utilizzo risalirebbe all’antica Corfinium, a conferma i ritrovamenti di un sistema di condutture e di resti di celle per i bagni, presunzione di un impianto termale. Ne parla, ad esempio, il Destephanis in un suo scritto su Raiano, ma la fonte resta sempre vaga, mentre, con espressione certa, l’Antinori (nel Settecento) appunta che vi è “un lago denominato Quaglia, le cui acque sono medicinali, delle quali dovevano servirsi gli antichi Corfiniesi, essendosi talora scoperte alcune antiche fabbriche stimate portici…”.
In questo spazio sospeso tra storia, tradizione e leggenda, il lago della Quaglia è stato facilmente fatto oggetto di racconti fantasiosi. Si narra, ad esempio, di due contadini che trebbiavano nel giorno della festa di Sant’Anna nonostante fosse imposto di non lavorare nel tempo sacro. Verso mezzogiorno, i cavalli, stremati dalla fatica e dal caldo, non volevano più andare avanti. Un contadino afferrò la frusta e cominciò a picchiare le povere bestie, bestemmiando. Improvvisamente, sotto i suoi piedi si aprì una voragine che, in un baleno, si riempì d’acqua e ingoiò persone, animali e cose. Si dice che il giorno di Sant’Anna, durante il quale tradizionalmente non ci si bagna nel lago, risuonino ancora il nitrito dei cavalli e le bestemmie del contadino.