Il bosco sacro di Angizia.
Il Lucus Angitiae, conosciuto anche più semplicemente come Angizia, dal nome della Dea sorella della maga Circe, è un sito archeologico, all'epoca Bosco Sacro e Santuario, riconosciuto oggi come monumento nazionale, posto nei pressi della sponda meridionale della Conca del Fucino, vicino alla contemporanea cittadina di Luco dei Marsi in provincia dell'Aquila.
Sembra che gli abitanti (o almeno le sacerdotesse) sapessero preparare antidoti contro i veleni di serpenti.
In realtà si trattava di un'antica Dea dei serpenti, pertanto Grande Madre e Trina. Il suo nome peligno era Anaceta.
La forma Lucu si ricava dall’etnico Lucenses (abitanti di Luco) usato da Plinio.
La Storia
Nell'Età del ferro esisteva già un'area fortificata sviluppata su oltre 14 ettari recintati con opere poligonali che presentavano due porte d'accesso all'area. Secondo la leggenda gli abitanti erano abili preparatori di antidoti contro i veleni di serpenti e conoscitori delle erbe dei monti circostanti, a cominciare da Umbrone, che fu ucciso da Enea nella guerra fra italici e troiani, come è narrato nell'Eneide.
In età preromana il sito era occupato, come l'intero Fucino, dal popolo italico dei Marsi, per i quali costituiva un bosco sacro dedicato alla Dea. Secondo alcuni autori vi si praticava la ierodulia, cioè la prostituzione sacra nel santuario.
Certe usanze che oggi potrebbero far inorridire erano invece di grande rispetto per la donna, primo perchè per il sacro lavoro compiuto da sacerdotesse le donne, finito il tempo della ierodulia, tornavano alle loro case rispettate e onorate, si che spesso facevano matrimoni superiori al loro rango. Secondo e non meno importante non avevano l'obbligo della verginità che assillò le donne in generale fino alla metà del '900, cioè per circa 2400 anni.
Sulle rive del lago del Fucino sorgeva un'antica città chiamata Angizia (Anxa), era situata dove ore sorge il cimitero e le sue rovine sono visibili in tanti posti. La citta, preromanica, era abitata dai marsi, e i suoi abitati si opposero con forza alla dominazione e conquista dei romani. Però, dopo l'accordo con Roma gli abitanti di Angizia divennero fieri alleati dell'impero romano e si distinsero sia in battaglia ( La citta' Angizia è citata anche nell'Eneide) che in pace, essi infatti erano ottimi curatori, e pare che fossero specializzati nel curare i morsi dei serpenti. L'area ha svolto le funzioni di municipio fino all'alto medioevo.
Anche se solo con Servio (IV sec. d.c.) si fa per la prima volta riferimento ai serpenti connessi col culto della Dea, il nome Angitia riporta al termine anguis ‘serpente’ ed ogni Dea Madre ed in ogni latitudine ha il simbolo del serpente.
Esso è infatti simbolo della Terra (perchè striscia, perchè ha la tana sottoterra e perchè muta la pelle), cioè della natura, coi suoi lati di madre di nutrice e di morte.
Come Dea trina la Dea è protettrice delle nascite, degli animali, delle messi ed ha anche il carattere di divinità ctonia, sotterranea ed infera, pertanto addetta pure al culto dei morti.
Dea ANGITIA