Lama dei Peligni - Chiesa dei santi Nicola e Clemente.

La leggenda del Bambino di Lama dei Peligni (CH), conservato nella chiesa dei Santi Nicola e Clemente a Lama dei Peligni in piazza Umberto I, è stata raccolta dallo studioso locale Francesco Verlengia, secondo bibliotecario della Biblioteca provinciale di Chieti, nel volumetto “Il Santo Bambino di Lama“, pubblicato a Lanciano (CH) nel 1957.

Chiesa madre di Lama dei Peligni, sede della reliquia del Santo Bambino


Particolarmente venerata, nella chiesa, è la reliquia del Bambino Gesù, si tratta di una testina in cera fatta fabbricare a Gerusalemme.


Nel 1760 il francescano Pietro Silvestri tornato dalla Palestina, portò a Lama una statuetta in cera rappresentante Gesù Bambino con le braccia avvolte attorno al corpicino, le labbra chiuse, gli

occhi neri aperti. Secondo gli atti della diocesi di Chieti, una leggenda locale vuole che fosse stata realizzata solo la testa del Bambino, da avvolgere in fasce, data la povertà di denaro del

francescano.


L’effigie è firmata dal Frate Giovanni Lorenzo da Limano, missionario apostolico e parroco del Vecchio Cairo in Egitto, l’immagine è conservata in un’urna d’argento rivestita di cristalli, avvolta in un tessuto di seta rossa, che fu realizzata nel 1845 da un locale, in precedenza la reliquia era conservata in un’urna di legno intarsiato e dorato, realizzata nel 1778, da un maestro ebanista di Sulmona (AQ); con il contributo degli emigrati in America, nel 1894, fu realizzata una colomba d’argento posta sopra l’urna e nel 1906 l’altare marmoreo fu completato.

Nel 1013 è stata realizzata una chiave d’argento, a simbolo della comunità lamese che intende rimettersi alla protezione di Gesù Bambino.

La Sacra Effigie del Bambino, sin dal momento in cui arrivò a Lama dalla Palestina, acquistò la fama di poteri taumaturgici, di guarigioni miracolose da mali, veniva portata in processione durante il Natale.


Voci locali della leggenda vogliono che la testina di cera scampò a naufragio durante le tempeste per il viaggio via mare, che appena arrivata in paese, le campane delle chiese iniziassero a suonare da sole, che le bestie, i buoi, gli asini, si inginocchiassero davanti al suo passaggio.


Testimonianze sono date anche da opere ex voto dei paesani lamesi, o da testimonianze raccolte, di guarigioni miracolose improvvise, di salvataggi di bambini caduti nei pozzi e rimasti incolumi, e via dicendo. Alcune di queste opere ex voto furono trafugate dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, e sempre voci riportano che questi colpevoli ebbero una vita misera dopo la guerra, e morirono di atroci mali.


Nel 1826 fu realizzata una piccola edicola laterale l’altare maggiore, ancora esistente oggi, per raccogliere le offerte per voto.


Nel 1799 un altro miracolo si verificò: alla notizia dell’arrivo dei francesi di Napoleone, per salvare la reliquia, si realizzarono altre casse per trasportare al sicuro la testa del Bambino, ma queste si rivelarono inadatte, troppo grandi o piccole, benché fossero state prese le misure giuste, sicché la cosa fu interpretata come la ferma volontà del Bambino di rimanere in loco, proteggendo la città dell’attacco francese. Nel 1854 ci fu una grave epidemia di colera, e si organizzarono delle messe in onore del Bambino, sicché nei paesi attorno, come Taranta, Letto, Palena, Civitella, i

morti furono molti, a Lama solo qualcuno. Una nuova epidemia, la spagnola, colpì Lama nel 1915-18, mietendo delle vittime, la testa del Bambino fu portata in processione, ed esposta fuori la chiesa, contenendo il numero delle vittime, rispetto agli altri paesi attorno.


Nel settembre 1943 i tedeschi irruppero a Lama durante la processione, interrompendola e ordinando il coprifuoco. La testa del Bambino fu nascosta in un casolare per evitare danneggiamenti o

che fosse trafugata, sicché si salvò dall’effettiva distruzione di Lama per via della tattica della “terra bruciata” dei nazisti.


Nel 2010 in occasione del 250simo anniversario si sono celebrati solenni festeggiamenti, e migliorata la rievocazione storica dell’Adventus, in voga già dal 1993, ossia la rievocazione dell’arrivo a Lama della testa del Bambino.


Il 6 gennaio giorno dell’Epifania, a Lama, all’ora dei Vespri, i devoti si recano in chiesa, specialmente i bambini, per baciare l’icona sacra del Santo Bambino, per salutarlo in occasione della fine del periodo natalizio, mentre per il paese girano gruppi di bande che intonano stornelli di buon augurio.